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giovedì 10 ottobre 2013

REWEL titanium bikes [My reports]


La prima cosa che colpisce venendo a trovare Rewel è il paesaggio bucolico che ci accoglie.
Immaginate rigogliosi boschi di abeti che si alternano a verdissimi prati su un terreno ondulato, costellato qua e là da numerosi masi di montagna e da piccoli paesi.
Ed è proprio in uno di questi paesi che andremo: a Monte S. Pietro (BZ).

All'entrata della sua tipica casa, costruita prevalentemente in legno, ci accoglie la moglie Angelica; poco dopo mi raggiunge Leonard, un vero appassionato di due ruote… anche a motore: pratica infatti anche motocross ed enduro da molto tempo. E’ un signore molto cordiale che dopo poche parole fa capire che la sa lunga sulle bici…

Ciao Leonard! Quando inizia la vostra avventura?
Nel 1986 iniziammo a saldare telai in acciaio inox; lo facevamo a tempo perso e solo per amici e conoscenti.
Poi nel 1988 passammo al titanio; nella pratica si trattava di tubi di titanio avvitati ed incollati in giunzioni inox, ad eccezione della zona sterzo dove invece saldavamo il titanio mettendo pure un fazzoletto di rinforzo [vedi foto sotto].



















 


All’epoca eravamo già avanti perché usavamo la guarnitura doppia… (ride).
Un grosso impulso alla nostra attività arriva all’inizio degli anni 90, quando iniziò ad aumentare la disponibilità di tubazioni in titanio di svariate misure, spessori e qualità. Fu allora che iniziammo a saldare interi telai in titanio. E inoltre sempre in quel periodo (1991-92) altro elemento che contribuì alla crescita fu il “boom del titanio”.
La produzione venne spostata nella sede attuale a Monte San Pietro ed il resto è storia attuale".
Facciamo poi una digressione e mi mostra una sua interessantissima ea avveniristica mountain bike sempre realizzata in titanio con un particolare carro posteriore volutamente corto, una forcella pure in titanio, freni idraulici, i primi Grip Shift della storia e …udite udite… un gagliardissimo meccanismo idraulico inserito nel tubo reggisella/verticale che consentiva di alzare ed abbassare il reggisella tramite un comando remoto sul manubrio… ripeto siamo nel 1990. Altre foto e dettagli qui.


Sempre nel suo covo sbirciando qua e là, vedo un telaio per bambini... figli di nababbi...

Che tipi di titanio usate?
Per la scatola movimento centrale, forcellini e alcuni particolari uso il titanio 6Al 4V grado 5.
Per il triangolo anteriore (tubi orizz., obliquo, vertic. e sterzo) uso il 3Al 2,5V grado 9.
Infine per i tubi posteriori (foderi sup. ed inf.) il titanio grado 2 (più morbido). In particolare quest’ultima è una scelta che trovo azzeccata, perché si esalta il tipico comfort del titanio senza pregiudicare lo scatto.
Il fornitore di tubazioni è americano.


Ti faccio ora una domanda scomoda: il titanio è per definizione un materiale quasi indistruttibile, ma allora perché si sente talvolta di telai in titanio rotti?

Il problema delle “microfessure” c’è pur sempre anche col titanio. Noi per esempio tra il 2005 e 2006 abbiamo avuto alcuni lotti di tubazioni non corrispondenti alle certificazioni che ci hanno creato inconvenienti.
Bisogna tuttavia ammettere che nella pratica percentualmente il titanio ha meno rotture di altri materiali; ne è una riprova il fatto che in circolazione ci sono svariate bici in titanio con 20 anni di vita.
Inoltre se c’è un difetto a livello di materiale in un telaio in titanio, la rottura avviene nella quasi totalità dei casi nei primi due anni di vita; successivamente è molto raro.
La nostra garanzia invece copre 5 anni.


Secondo te il titanio esalta più le sue doti su una mountain bike o su una bici da corsa?
Offre di più sulla strada, perché sei più a contatto col suolo, rispetto ad una mountain bike, dove invece ci sono altri filtri che influiscono, come la forcella ammortizzata o le gomme di sezione maggiore.

Vendete più mountain bike o più strada?
Inizialmente vendevo un 80% di mtb ed un 20% di bdc. Oggi invece il rapporto si è capovolto e vendo un 40% di mtb ed un 60% di bdc.

Oltre ai reggisella producete altri componenti in titanio?

In passato abbiamo realizzato anche attacchi manubrio, però inevitabilmente non risulta conveniente economicamente in rapporto ad un buon attacco manubrio forgiato in alluminio: lo abbiamo accantonato.
Un discorso a parte merita il piccolo progetto realizzato da poco che consiste in un piccolo supporto in titanio per le bombolette Fast da applicare sul retro del tubo reggisella, utile per gli agonisti.


Per la mountain bike quali freni preferisci?
Personalmente preferisco i V-brake. Ed anche se oggi il mercato offre non molto ci sono ancora alcuni appassionati che mi richiedono espressamente telai per freni V-brake.  

Come vanno le mountain bike 29er? Ne vendete in numero crescente o molti appassionati rimangono fedeli alle 26er?
Per quel che ci riguarda l’andamento delle vendite di 29er in Italia va a zone; nel senso che in alcune zone ci sono distributori/negozianti che spingono molto di più su questo prodotto, in altre zone meno.
A questa situazione si aggiunge lo standard 27,5” che quasi aumenta la confusione.
In generale poi la vendita di 29er è legata all’utilizzo finale dell’utente, per cui non tutti preferiscono le 29er. Infatti per certi percorsi, come i single track o i circuiti molto nervosi, non è certo appetibile.
Infine non è da sottovalutare il confronto con le bici dei big, che ovviamente ha sempre molta presa sul grande pubblico.
Personalmente però direi che la scelta tra 26/29/27.5 deve anche prendere in considerazione la statura dell’utilizzatore finale. P.e. pretendere di assemblare mtb 29er per stature molto basse, crea complicazioni progettuali non proprio da poco.

E le 27,5er? Avete telai specifici?
La 27.5er in Italia attira molto di più che in Germania.
In molti sono attirati soprattutto dalla possibilità di poter avere sullo stesso telaio la doppia scelta di ruote 26” e 27.5”, in modo da poter scegliere in base al percorso i due diversi diametri di ruota.
Nella numero di telai realizzati tra 29er e 27.5er siamo quasi al 50 e 50.

Per quanto riguarda la bici da strada, il tubo sterzo conico ha soppiantato il tubo sterzo tradizionale (1” 1/8) ?
Si utilizzano ancora entrambe gli standards, ma il tubo sterzo conico è in aumento: forse anche per l’aumento sul mercato di forcelle con tale standard e forse anche per l'impressione di maggiore solidità strutturale e di affidabilità, che la forcella conica trasmette.

E tra la marea di standards della “scatola movimento centrale”, qual è oggi per Voi la più richiesta per mtb e bdc?
I due più richiesti sono Bsa e BB30.
Anche se in molti ci richiedono il BB30, noi al cliente preferiamo consigliare il Bsa, per via della filettatura che garantisce maggior precisione negli accoppiamenti, più durata nel tempo, assenza totale di scricchiolii e maggiori margini d’intervento in caso di riparazioni o modifiche.
Per quest’ultimo aspetto la nostra scatola BB30 presenta 2 tazze in ergal, inserite a pressione nell’elemento in titanio, che possono essere sostituite in caso si dovessero rovinare gli accoppiamenti.
Penso comunque che se un domani i materiali saldati dovessero tornare in auge, la soluzione della scatola filettata del movimento centrale rimarrà la migliore.

Bici elettriche: stanno iniziando a prendere piede anche nell’ Olimpo del titanio?
Nessuna richiesta.

E le bici fisse (fixed)? Avete richieste?
Nessuna richiesta specifica, anche se poi non è detto che qualcuno utilizzi i nostri telai per assemblare una fixed.

Il cambio Rohloff, si vende solo all’estero o comincia a interessare anche gli italiani?
In Italia se ne vendono molto pochi.

Sistema Pinion, descrivici brevemente come funziona?
A differenza dei cambi Rohloff, nel Pinion la scatola coi meccanismi di cambio si trova più centrale e perciò anche il risultato finale risulta più equilibrato. Inoltre ci sono più velocità (fino a 18) e per la trasmissione finale si può comunque  usare la catena o la cinghia dentata.
Il meccanismo Pinion ha per contro un maggior costo che, rispetto ad una soluzione tradizionale, può far lievitare il prezzo di 1500-2000 euro.

 
Scelta giusta delle corone, pressione corretta della forcella, pressione corretta dell’ammortizzatore posteriore, controllo quantità liquido antiforatura nelle gomme … Non stiamo forse un po’ troppo esagerando con questa “specializzazione”? Al punto che oggi sembra di guidare più una F1 che una bici???
E’ vero. Però inevitabilmente il mercato non può fermarsi, deve continuamente essere mosso e gli appassionati sono spinti a provare varie soluzioni.
Certo non tutte  le novità sono a favore della bici. P.e. la monocorona non è certo una soluzione per tutti.
Il mondo poi però va avanti e non mi meraviglierei se un domani, dopo la tripla, la doppia e il monocorona, arriverà la QUADRUPLA …
E perché no? Con 4 corone anteriori e pochi pignoni posteriori si avrebbero ruote più rigide, con una migliore campanatura e una migliore “linea catena”.

Quali sono i vostri mercati?
Il mercato italiano è molto buono. Inoltre vendo bene pure in Germania, Austria, Francia ed un po’ in tutta Europa.
Extra Europa il mio mercato migliore è
la Corea.

Ave
te avvertito la crisi?

Non più di tanto. Più che altro ho constatato che i clienti grossi fanno ordini più ridotti, ma in compenso sono aumentati i clienti più piccoli. Quindi prima c’erano poche partite grosse, ora invece partite più piccole e più clienti privati.
Quest’anno [2013] però il tempo non clemente ha penalizzato in molti.

Da appassionato di bici, perché mai dovrei comperare un telaio in titanio?

Il titanio offre alcuni notevoli vantaggi:
-   non corrode;
-   non soffre nessun affaticamento ed anche dopo anni possiede sempre le stesse caratteristiche meccaniche;
-   mantiene il suo valore nel tempo, anche perché c’è pur sempre un elevato costo della materia prima, insomma è un vero investimento;
-   purtroppo per noi, vedi esattamente quello che comperi, non c’è vernice, stucco o altro che copra il metallo.


E se titanio fosse, perché dovrei proprio prendere un Rewel?
Per il semplice fatto che i telai Rewel sono prodotti per il 95% su misura e sono personalizzabili in ogni particolare dal cliente.

Come vedi in generale il futuro della bici?

Molto positivamente. Ci sono sempre più persone che pedalano e inoltre ci sono sempre più persone che si indirizzano verso prodotti qualitativamente alti. A ciò ha contribuito sicuramente l’enorme progresso nel campo ciclistico di questi ultimi 15 anni; progresso persino maggiore di quello p.e. in campo automobilistico.
Di certo ha aiutato non poco il boom della mountain bike negli anni 90. Boom che poi ha spinto molti amanti delle ruote grasse ad avvicinarsi anche alla strada, diventando così ciclisti a 360°.


Grazie mille Leonard! A nome anche del Light-bikes forum!
Buon lavoro!




II PARTE

Ci spostiamo di poco, imbocchiamo una strada nel bosco e in poco tempo arriviamo nella sede in cui si realizzano tutti i telai Rewel.
Esternamente appare come un tipico maso della zona con un’abitazione principale, un fienile e grosso fabbricato centrale, sempre in legno. Ed ecco che appare Martino, il simpaticissimo fratello di Leonard che ci accoglie nell’officina e subito con estrema disponibilità e cortesia mi addentra nei vari passaggi attraverso cui nasce un telaio in oro grigio.



Tubi in "oro grigio"...

I tubi per prima cosa vengono trafilati internamente o esternamente per ottenere lo spessore che si desidera.
Quindi vengono tagliati, sagomati e svasati all’occorrenza.


Si arriva alla maschera che posiziona i tubi pronti per iniziare la fase più delicata: la saldatura. 

Questa avviene con apposita macchina che immette gas argon all’interno dei tubi e all’esterno tutt’attorno alla saldatura, in modo da non indebolire e “cuocere” il metallo.

Ed ecco il maestro (Martino) all'opera.


Poi si passa alla fase di rifinitura anche estetica con una grande sabbiatrice e ripassando a mano con un’apposita spugna il telaio.
Ultima fase l’applicazione tramite sabbiature del marchio e modello ed eventuali altre scritte (quali nome e cognome del futuro possessore).


Ed ecco una giungla di tubi di "oro griglio".

Tutto fatto a mano insomma, un vero lavoro certosino in cui l’esperienza ventennale di Martino e la sua mano ferma, riesce a creare delle saldature perfette con dei cordoli regolari e precisi che nemmeno un robot penso riuscirebbe a fare… Vedere per credere!

Saluto infine il simpatico Martino.


Esco all'esterno e di nuovo mi immergo nel verde.

2 commenti:

  1. Ciao. Complimenti per la tua intervista. Molto molto interessante. Adoro questi maestri dei metalli. Saluti.

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  2. ciao Alfredo,
    ti ringrazio. In effetti il lavoro di questi maestri è degno di lode e di ammirazione. Le loro realizzazioni sono dei veri capolvari, dei veri pezzi unici.

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