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giovedì 25 febbraio 2016

Rewel mtb 27.5er PINION [My reports]


Il mondo della bici ha subito notevoli innovazioni negli ultimi decenni, ma tra le soluzioni tecniche che sono rimaste quasi invariate, c’è sicuramente la “trasmissione”.

E la guarnitura “doppia”, il monocorona, le cassette monoblocco tipo X.O? Certo sono gran belle innovazioni, ma alla fine siamo sempre legati alla vecchia corona/catena/pignone, nata più di cento anni fa. E perciò per quanto vadano tutt’oggi bene, non è sbagliato provare e testare nuove soluzioni, che magari domani diverranno lo standard. 

E proprio per restare in tema, passando da Rewel poco tempo fa, per tutt’altro, non mi sono fatto perdere l’occasione di provare una sua realizzazione che montava il sistema PINION.

Si tratta di un sistema cambio, racchiuso in una scatola in ergal contenente tutti il meccanismo e da cui sporgono le 2 pedivelle. La “trasmissione finale” poi è affidata in questo caso ad una “cinghia dentata” con le due pulegge dentate; per chi volesse naturalmente si può optare per una “trasmissione finale” diversa soluzione con corona/catena/pignone. Per questo tipo di sistema tuttavia rispetto alla catena la soluzione della cinghia è forse quella ottimale, visti i vantaggi relativi alla maggiore durata e silenziosità, ad una minor manutenzione e un minor dilatamento (sempre rispetto alla catena). Anche in termini di peso tra i due sistemi di “trasmissione finale” cambia poco.






Il comando sul manubrio è poi dato da un unico comando rotante, azionato da 2 cavi collegati alla scatola centrale.


Questa trasmissione dispone oggi di tre versioni a 18v – 12 v – 9v (quella provata era una 18v).

Lo sviluppo metrico di questo sistema è ovviamente influenzato dalla scelta della “trasmissione finale”, tuttavia da specifiche del sito Pinion si dichiara che questo sistema copre un ventaglio di marce con uno “sviluppo metrico” anche superiore rispetto a sistemi di trasmissione classici 3x10.

Il peso della scatola varia dai 2.200 gr ai 2.700 gr, non certo pochi, ma va considerato che include gran parte dei componenti di una trasmissione tradizionale (pedivelle, corone, pacco pignoni, movimento centrale). E comunque il peso è forse il problema minore per chi acquista questo genere di trasmissione, avendo invece a mente ben altri vantaggi.

La mtb Rewel in titanio in questione era una 27.5er con forcella rigida, ottime gomme e pronta all’uso. 

Il telaio naturalmente in prezioso “oro grigio”, è realizzato appositamente per alloggiare la scatola centrale Pinion. 

Nel dettaglio troviamo al posto della classica “scatola movimento centrale” un grosso guscio che unisce il tubo orizzontale, il tubo verticale e i foderi bassi. Questo particolare è realizzato dal pieno in CNC da un blocco in titanio: lascio immaginare a chi se ne intende, il notevole lavoro ed il costo finale di solo questo pezzo.

Altra soluzione originale è lo “yoke” che collega l’enorme guscio della scatola centrale coi due foderi bassi del telaio. Pure questo particolare è realizzato dal pieno in CNC da un blocco in titanio.

Anche i forcellini posteriori non sono i classici o a perno passante, ma sono forcellini specifici con un piastre regolabili per tensionare correttamente la cinghia dentata.

Infine da notare la vite sul fodero alto destro, poco sopra il forcellino, la cui funzione è di “aprire” il telaio per farci passare la cinghia.

Passando poi alle pedivelle da rilevare come sia abbastanza contenuto per questo tipo di soluzione il "fattore Q", dichiarato di 177mm.


E i prezzi? Mettetevi seduti, perché non sono certo bassi. Stiamo infatti trattando telai in titanio e meccanismi molto complessi e sofisticati. Il telaio Rewel in titanio specifico per Pinion costa attorno ai 3.000 euro; il cambio Pinion, comprensivo di scatola cambio + comando cambio + pedivelle ammonta a circa 900-1.000 euro; da aggiungere poi la trasmissione finale a cinghia sui 200 euro.

Inutile dire che poi comunque non è finita, perché bisogna assemblare tutto il resto della bici: forcella, ruote, trittico, …


Quanto infine alla prova su strada non ho avuto il tempo di fare molti chilometri, ma l’impressione è stata molto positiva.

Colpisce subito per i neofiti la particolarità di questi sistemi di poter cambiare la marcia, stando fermi e non muovendo le pedivelle: impensabile con un sistema tradizionale corona/catena/pignone.

Successivamente poi dopo le prime pedalate altro colpo di scena con la silenziosità quasi assoluta della trasmissione: veramente una strana sensazione.
Provando poi la reattività della cinghia anche sotto sforzo, l’impressione è ottima e non mi ha dato sensazioni poi molto diverse rispetto ad una tradizionale catena.

In conclusione un sistema nuovo e molto interessante, che propone una valida alternativa alla classico sistema corona/catena/pignone.


2 commenti:

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